Acqua e vita: il Lago d’Orta e la sua storia di rinascita

C’era una volta un lago. E c’è ancora, tranquilli, non è una storia triste. Però ha rischiato grosso. Il Lago d’Orta, questo piccolo angolo di Piemonte nato dall’abbraccio dei ghiacciai, ha vissuto momenti epici: dall’età dell’oro a quella dell’acido solforico. Ma non temete, il finale è da standing ovation.

C’era una volta, e c’è ancora

Fare una passeggiata a Orta San Giulio è un po’ come saltare dentro un quadro del Madonnaro, come Mary Poppins nel film del ’64. Ti guardi intorno e pensi: “Ma davvero esiste un posto così?” Eppure sì, è tutto vero. Case in pietra, barche che scivolano leggere, un’Isola di San Giulio che sembra galleggiare nel tempo. Insomma, un idillio.

A proposito di storie assurde: si dice che San Giulio, nell’anno 390 d.C. circa, abbia cacciato i draghi dall’isola. E chi siamo noi per contraddirlo? Se in giro non si vedono draghi…

Dal boom al flop: quando il lago finì in salamoia (tossica)

Tutto fantastico fino a quando, nel XX secolo, qualcuno decise che l’acqua pulita era sopravvalutata. Le industrie locali, in particolare quelle tessili e chimiche, cominciarono a scaricare nel lago ogni tipo di simpatica sostanza: metalli pesanti, acidi, cocktail di sostanze tossiche degni di un supervillain dei fumetti. Risultato? Il pH del lago diventò così basso che l’acqua era più vicina a una spremuta di limone che a un habitat naturale. Addio pesci, addio vegetazione, addio qualunque cosa avesse voglia di vivere lì dentro.

Immaginate un lago bellissimo, cristallino, pieno di vita. Ora togliete tutto. Ecco, quello era il Lago d’Orta negli anni ’70. Uno scenario post-apocalittico da far invidia a un film di fantascienza.

Missione impossibile: salvare il lago

Ma, come in ogni grande storia di redenzione, arrivano gli eroi. Negli anni ’80, scienziati, biologi e cittadini decisero che non era il caso di buttare via un capolavoro della natura. Nel 1989 partirono le operazioni di bonifica: niente bacchette magiche, solo scienza e una buona dose di testardaggine. L’idea era semplice quanto rivoluzionaria: contrastare l’acidificazione immettendo nel lago sostanze alcaline. In pratica, una mega cura anti-acidità per rimettere tutto in equilibrio.

E incredibilmente, ha funzionato. I pesci sono tornati, le piante anche, e il Lago d’Orta ha ricominciato a fare il suo mestiere: essere spettacolare.

Oggi: un lago che si gode la vita

Oggi, il Lago d’Orta è il classico esempio di “mai dire mai”. Dove prima c’era un’acqua letale, ora ci sono nuotatori, kayak, pesci che fanno la loro vita da pesci. Le sponde sono di nuovo verdi, i tramonti di nuovo poetici, i bar di nuovo pieni di gente che si gode la vista con un bicchiere in mano.

E la lezione? Beh, è chiara: la natura ha una capacità di recupero che noi umani possiamo solo invidiare. Basta darle una mano, e lei fa il resto. Quindi, se un giorno vi trovate da queste parti, fermatevi. Guardate l’acqua. Ascoltate il vento. Magari sentirete anche voi la voce del lago, che vi sussurra: “Te lo avevo detto che ce l’avrei fatta”.

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Se questa storia ti ha affascinato, immagina di viverla dal vivo. Il Lago d’Orta non è solo un capolavoro della natura, ma anche il luogo perfetto per rilassarsi, esplorare e godersi un po’ di magia. Prenota il tuo soggiorno alla Guest House Seme di Faggio e immergiti nella bellezza di un posto che sa cos’è la vera rinascita. Ti aspettiamo!

Se volete approfondire la storia del Lago d’Orta, tra disastro e rinascita, visitate la fonte completa e ufficiale al link “L’inquinamento ed il risanamento del Lago d’Orta attraverso i documenti dell’Archivio Storico del CNR ISE e del portale “I giornali del Piemonte”” IRSA CNR oppure il sito lago d’Orta – Storia di una rinascita

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